KRONOS

LA POETICA DEL TEMPO

Mostra personale di
Vincenzo Farruggia

testi e presentazione di Roberta Sciarretta
dal 22 al 27 maggio 2012

Alle origini della ricerca pittorica di Vincenzo Farruggia, artista di origine siciliana residente a Pescara, c’è l’attrazione per il mare in senso reale e concreto, ma ancor più metaforico, inteso come perimetro della memoria da perlustrare e scandagliare munito di manaide, rete da pesca, con cui rievocare orizzonti lontani nel tempo che consentano di dissipare il caos e favoriscano il ritorno alla bellezza dell’infanzia. Il mare denota cromatismo, luminosità e proiezioni epiche fondate su innesti della cultura ellenica atta a gratificare di spazialità il repertorio architettonico siciliano.

Nei dipinti di Farruggia si distinguono forme aperte alla classicità e all’equilibrio architettonico proprio del ricordo della sua terra e dello splendore artistico e culturale fondante la civiltà della Magna Grecia, assorbita dal pittore nel periodo della giovinezza e consolidata nella sua memoria con l’esperienza. Le opere invitano poeticamente alla contemplazione: nell’intera produzione prevalgono elementi di taglio classico come anfore, brocche, archi, capitelli, ruderi, maschere, profili umani in una piena luce mediterranea, caratterizzati da una intensità di toni che suscitano energie e vitalità consumate dal tempo ma ancora presenti sul territorio.

L’artista coglie varie angolazioni del repertorio storico-artistico della sua Sicilia, spingendo il suo sguardo oltre il movimento oscillatorio del mare circostante. Ma le visioni sono lontane nel tempo e nello spazio ed ecco che nelle composizioni irrompe la forza della metafisica. Il rimando al verismo è pressoché nullo grazie ad una trasognata atmosfera “altra”. Le scene dipinte e gli oggetti raffigurati sono desunti dalla realtà ma come fossero posti in contesto alieno che nulla ha in comune con la quotidianità del presente. L’approccio dell’artista si muove all’interno di percorsi geometrici, che non rinunciano alla molteplicità delle visioni, evocanti un De Chirico che si spinge oltre le piazze ed esplora la stessa lontananza della storia e della classicità ellenica, sulla via culturale della formazione dell’artista, nella sua trasferta abruzzese, che per certi versi abbraccia gli ideali estetizzanti e mosaicistici di D’Annunzio.
Il vernissage dell’artista d’origine siciliana è occasione di ricerca di equilibrio tra natura e memoria.
Tra il recupero dei riti antichi e dei mestieri persi di un tempo, si attesta il “sè”, non soltanto psichico, ma anche storico che impreziosisce le tele di un profondo, continuo legame con il passato…
Toni e sfumature accese delle opere danno un’idea di vita e sospensione della stessa, in un autentico andirivieni, una continua alternanza di eventi che scandiscono l’esistenza, sempre in bilico tra passato e futuro.

Le tele, squadrate e regolari, non esplicitano un flusso temporale dallo snodo rettilineo, ma la frantumazione e scomposizione dello stile che resta così enigmatico…
Come a dissolvere concezioni degli osservatori, che spogliati delle proprie certezze, sono costretti ad interrogarsi sulle tele e dunque sulla vita che esse nascondono. E intimamente sulle proprie identità.

Orari di visita: tutti i giorni dalle 17:30 alle 20:00 | Ingresso libero