IL GESTO CREATIVO SVELATO
Mostra personale di
Antonella Tomei
a cura di Daniela Bernardo
dal 10 al 25 gennaio 2015
Entrare in comunicazione con Antonella Tomei è offrirsi alla magia delle sensazioni che si diffondono dalle sue opere ed estasiarsi all’incanto della potenza lirica che proviene dalla sublimazione della sua anima, quella ricchezza spirituale raggiunta, un passaggio alla “luce” dell’espressività che soltanto la veritiera arte sa trasmettere in un continuo processo di ricerca in grado di produrre cambiamento. Un passaggio che nei recenti lavori, esprime un volo poetico forte, assoluto, tale da apparire istintivo e, invece, scintilla della coscienza che ha dato risposte.
Agli spazi finiti dei supporti chiede di contenere l’incontenibile percepito quale dono trascendente al di là dello spazio e del tempo. Un linguaggio inedito, personale, difficilmente accostabile ad altri stili, un sistema di segni di non facile lettura, mosso da simboli, metafore, allegorie, che sfugge a sbrigative etichette e sa cogliere l’essenza della vita.
Ha escluso la prospettiva scientifica, rinunciando alla mera conoscenza intellettuale e optato a favore di una prospettiva artistica, a suggerire un’indistinta aspirazione verso l’immensità del cosmo che si eterna in ogni direzione. Le estese campiture, perciò, sono raramente conservate integre, producendo esiti visivi estranianti in spazi pluriprospettici, sfuggenti a razionali calcoli matematici, che frantumano la freccia del tempo rettilineo e si proiettano in una dimensione “altra” capace di trasformare la materia.
Nelle opere VoracitA, Erotika, e Caos labirintici coaguli passano, attraverso un graduale processo di trasmutazione, allo stato liquido e, quindi, allo stato aereo alla ricerca del bagliore simbolico della purezza che si propaga, come un’onda, all’intera composizione.
Nell’intimo colloquio con la Grande Madre la pittrice Pontina dà forma, quale motivo ricorrente, al sinuoso viluppo fitomorfo che per forza evocativa richiama la sua Terra dalle vegetazioni di erbacee palustri; di acquitrini irrisolvibili dai vapori eterei, immagini di nebbia fantasiosa; dell’omerico mare a scaglie argentee e verdi azzurrini, riflesso di incantevoli cieli dalle veloci mutevolezze; di eterni laghi silenziosi, struggenti, dall’aspro profumo salmastro; di un luogo di forte seduzione tra i boschi, ai piedi del monte Mirteto, attraversato dal fiume Ninfa dagli inestinguibili colori. Candido il viluppo avvolge anche il corpo della figura in Caos, nutrita da antico mito, Ninfa tra le Nynphae, personificazioni della fecondità e della grazia, allegoria di forze elementari. Antichissima la leggenda di Norba che vuole la loro dimora proprio ai piedi del monte Mirteto, dove fu eretto un tempio di culto chiamato in loro onore Ninfeo e vi sorse l’omonima antica città di Ninfa. Scenari naturali fin dentro l’anima dell’artista.
L’intuizione sensibile e l’inventiva creatrice orientano la forma e il colore in una pittura d’impeto e la pittrice “forgia” la sua opera nel drammatico Vuoto primordiale in cui ancora regna “Caos”. Il baratro oscuro è reso più profondo e minaccioso da un senso di profondità che inghiotte nel “nulla” le mani alla nuda figura. L’antro si trasforma in crogiuolo alchemico dove il gesto creativo dà principio alla materia e al trascorrere del tempo nella “quarta dimensione”, in una raffigurazione dello spazio che misura l’infinito. Nel travaglio alimenta un fuoco opalino da cui si materializza la voluttuosa ed evocativa immagine femminile che “si allunga, si avvita” assumendo a modello “la forma simbolica della fiamma” ricordando il “foco alchemico”. È un processo artistico autentico, ispirato, che conduce all’ascesa spirituale. Un colloquio con l’universalità attraverso il quale Antonella realizza nella coscienza la presenza dell’Assoluto.
Le due figure femminili emerse dall’inconscio sono proiezioni archetipiche dell’individualità, i suoi alter ego: la creatività e l’amore, quali forze cosmiche che muovono l’anima nell’ascesa verso il mondo ideale.
La pittrice propone metafore etiche strutturate attorno ad archetipi mitologici, espressione dell’io profondo alla ricerca della bellezza primigenia dell’essere che ambisce ad un mondo migliore in nome di una verità atemporale e universale attraverso un itinerario nel dolore, stato in cui l’uomo matura la propria conoscenza e realizza la consapevolezza dell’esistenza di un ordine perfetto e immutabile.
Orari di visita: dal lunedi al venerdì dalle 17:00 alle 20:30, sabato e domenica dalle 11:30 alle 13:00 e dalle 17:00 alle 23:00 | Ingresso libero